“La creatività appartiene al fatto di essere vivi!” (D. Winnicott)
Nel 2013 la Sipsia ha organizzato un ciclo di seminari dal titolo “Il dono delle Muse”; si trattava di una serie di incontri durante i quali si proponeva un viaggio attraverso le arti, le loro peculiarità ed il loro ruolo nello sviluppo psicofisico del bambino.
Quella esperienza è stata l’occasione per riflettere su quanto l’arte, con la sua magia e potenza, potesse rappresentare una cura per le sofferenze, una modalità di avvicinamento agli stadi profondi dell’animo umano, una risorsa preziosissima per tutti quanti noi.
Esiodo, nella Teogonia, narrava delle Muse, figlie di Zeus e Mnemosine, la loro capacità era quella di portare gioia tra gli dei dell’Olimpo, di allietare i dolori, far dimenticare i pensieri angosciosi; venivano invocate da chi era in cerca di ispirazione, ma anche se ci si doveva risollevare da un dispiacere o trovare conforto di fronte a paure inconsolabili. Dall’alba dei tempi gli antichi, attraverso la mitologia, costante forma di ispirazione, non solo nell’ambito degli studi filosofici e psicologici, ma nella quotidianità dei singoli individui, si sono interrogati sul potere rigenerativo dell’arte, sulla sua capacità consolatoria.
Sono passati non troppi anni dalla ricca esperienza proposta dalla Sipsia sulle arti, ma tutti sappiamo che, in particolare, l’anno che ci siamo lasciati alle spalle, il 2020, è sembrato durare molto più di 365 giorni. Le difficoltà che tutti abbiamo dovuto affrontare, i dolori, nel piccolo di ogni esistenza e nel grande della società intera, ci hanno messo di fronte a tante domande sulla nostra capacità di far fronte a tutto questo, di resistere, di andare avanti.
Non molto tempo fa, proprio all’inizio di questo nuovo anno, il tanto atteso 2021, l’Etoile internazionale Roberto Bolle, al termine del programma televisivo presentato da lui ed andato in onda su Rai1, proprio la sera del 1 gennaio, chiudeva la rassegna dei bellissimi numeri di danza presentati durante la serata dicendo: “L’arte è passione, gioia, creatività, condivisone. Ma anche senso civile, lenisce il dolore e ci conforta anche in un momento così assurdo. Al tempo stesso l’arte ci mostra delle verità, delle strade possibili, ci mostra quello che torneremo ad essere, che dobbiamo tornare ad essere”.
Proprio in questo ultimo e difficile anno, con la cancellazione degli spettacoli, dei concerti e la chiusura delle mostre, abbiamo dovuto rinunciare all’arte per come l’abbiamo sempre considerata. Il teatro della nostra vita, sul quale ogni giorno potevamo mettere in atto la nostra esistenza, sembrava aver chiuso i battenti, lasciandoci soli, su un palco vuoto.
Winnicott scrive (1971): “La creatività di cui mi occupo io qui è universale! Apparitiene al fatto di essere vivi.”. L’essere creativi, socondo quanto ci indica l’autore, significa affrontare la vita in maniera autentica, personale,vera; è la nostra più preziosa risorsa per far fronte a ciò che la vita ci pone davanti. Egli ancora aggiunge: “la creatività che noi stiamo studiando appartiene alla maniera che ha l’individuo di incontrarsi con la realtà esterna”, quindi non si tratta solo di ciò che riesce a creare l’artista, delle opere d’arte propriamente dette, ma di ognuno di noi:
Proprio in questo saggio dal titolo “La creatività e le sue origini” (1971), Winnicott fa un accenno a cosa accade quando gli uomini si trovano in situazioni di difficoltà, di forte sofferenza, di oppressione, lui stesso ha vissuto durante la sua vita un tempo nefasto come la seconda guerra mondiale. In quelle circostanze estreme risulta più facile “esistere” e non “vivere” perchè viene persa la speranza, la fiducia nel futuro e con esse la possibilità “di vedere il mondo in maniera creativa”, non c’è più lo spazio interno per affrontare la vita in modo spontaneo e libero, non ci sono più stimoli. Cosa avrebbe detto Winnicott se avesse attraversato insieme a noi questo buio periodo di pandemia e lockdown? Certamente non possiamo paragonare quanto abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo ai duri momenti legati ai conflitti mondiali, eppure la mancanza di speranza nel domani, le incertezze di fronte ad una minaccia sconosciuta e fuori controllo, ci hanno messo nella condizione di dover rivalutare molti aspetti della nostra vita, ponendoci in stretto contatto con le più profonde fragilità e paure. Quanto siamo stati capaci di vivere creativamente la nostra vita in un momento tanto difficile? Forse il più delle volte ci siamo sforzati di resistere ed “esistere”, soprattutto all’inizio, ma poi, quando abbiamo capito che questa situazione sarebbe durata più a lungo del previsto la nostra capacità di adattarci, ma anche di creare qualcosa di nuovo, di lasciarci ispirare, è venuta in nostro aiuto. Poter attingere alla bellezza trasmessa dall’arte, in qualsiasi forma la possiamo intedere e con qualsiasi modalità messa a nostra disposizione nonostante le restrizioni, ha rappresentato davvero un’ancora di salvezza.
Mai come in questo momento l’ “arteterapia”, intesa come capacità dell’espressione creativa di rappresentare un aiuto per affrontare momenti difficili della vita, è diventata qualcosa di familiare, di fruibile da tutti. Attraverso i supporti digitali, ma anche forse grazie al maggior tempo che abbiamo avuto a disposizione, al rallentamento dei nostri ritmi di vita, abbiamo potuto dedicarci maggiormente all’ascolto della musica, alla visione di mostre virtuali, di film, di balletti; abbiamo potuto rispolverare nostre antiche passioni messe in un cassetto, anche soltanto riportando la mente a delle idee che ci sembrava di aver dimenticato o mettendo mano a qualcosa che avevamo iniziato a produrre e che era rimasto incompiuto. Tutti quanti ci siamo sentiti più creativi, abbiamo potuto e forse siamo stati un po costretti a farlo, tentato una nuova modalità di affrontare la realtà, adattandoci e modificando quanto era in nostra possibilità. Non è forse questa la creatività universale?
Proprio su questa scia di pensieri e di sollecitazioni nasce SiPsiArte, una nuova area, per ora soltanto virtuale, in cui verranno presentati articoli inerenti gli aspetti artistici più vari e la loro profonda connessione con l’espressione psichica. Sarà uno spazio in cui i pensieri potranno diventare sollecitazione e stimoli per tutti, proprio a partire da ciò che l’arte ci suggerisce: una mostra, un concerto, un balletto, un’opera. Ci saranno recensioni, opinioni, immagini. E molto altro. E allora, su il sipario, si va in scena!
dipinto di Liliana Cocumelli