Recensione a cura di Liliana Cocumelli del fumetto “Oggetti impazziti” (episodi 1-2) di Flavio Testa
Semplicemente rivoluzionario, questo Fumetto, con i primi due episodi nati dalla spiccata creatività del diciottenne Flavio Testa: scuote le assonnate menti degli adulti “sani”, soprattutto di quelli abituati a diagnosi, etichette e categorie, così assuefatti all’ossessivo lavoro di aggiornamento toponomastico di una “ordinata” mente sana, sia essa infantile o adulta. Scuote come un terremoto questo ragazzo coraggioso e geniale nella sua aperta dimostrazione che qualsiasi mente creativa non ci sta a farsi intrappolare nella noiosa catalogazione del “questo non si fa a meno che non si è strani” o meglio “non si fa così ma va fatto colà”. Mi spiego.
Il modo di godere del fumettista della sua esperienza creativa in questi primi due episodi di Oggetti Impazziti è un vero modello da ricalcare per raggiugere quel godere che Winnicott direbbe “altamente sofisticato” della persona adulta rispetto alla vita, alla bellezza o all’astratta inventiva umana. Non penso di esagerare ad asserire che possa essere preso a modello di quella che Winnicott descrisse come la terza area o meglio la terza “condizione umana” (pag. 168; Gioco e Realtà ), in cui in termini della posizione dell’individuo nel mondo, si può affermare che l’esperienza culturale (gioco) “abbia luogo”. Questa area si differenza, ci ricorda Winnicott, dall’area della realtà esterna e del contatto dell’individuo con essa, così definita in termini di uso dell’oggetto, ma anche dall’area della realtà psichica interna: entrambe caratterizzate da una variabilità più fissa e stabile rispetto a quella terza condizione umana del vivere indicata come “del giocare creativo e dell’esperienza culturale”. Questa infatti dispone di una variabilità più grande, più elastica, più indeterminabile, di “manovra”: dipende, infatti, dalle esperienze di vita e NON dalle tendenze ereditate. Se le esperienze di vita consentono al bambino di incontrare l’adulto capace di offrirgli l’opportunità di muoversi dalla dipendenza all’autonomia, la fiducia nell’attendibilità dell’adulto porterà il bambino a spostarsi dallo spazio potenziale fino all’area di separazione, che crescendo potrà poi creativamente colmare con il gioco, fino a divenire un adulto capace di godere dell’eredità culturale (uso dei simboli). Nel leggere Oggetti Impazziti di Flavio si arriva in profondità alla comprensione di quel complesso concetto winnicottiano del Gioco inteso come esperienza in cui il giocatore può sentire che il tempo e lo spazio si assommano perché la mente scivola indeliberatamente in un’esperienza immersiva. Flavio non ci insegna a giocare, ci fa giocare con lui, gioca con il lettore persino abbassandosi a usare il linguaggio “sano e composto” di un lettore adulto di media cultura, accettando di accondiscendere ai suoi bisogni e aspettative. E’ per questo che sin dalla prima pagina accetta il buffo compromesso con lui di dovergli mettere in ordine tutti i personaggi già messi in copertina. Magistrale è questa sua prima pagina che riordina la copertina, ed in cui Flavio si burla un pochino del mondo adulto: accetta di ri presentare ogni personaggio del suo fumetto mettendolo però in ordinata sequenza, come forse si aspetterebbe l’adulto compiaciuto nel vedere camminare in silenziosa fila indiana e a coppie di due i bimbi di prima elementare a fine anno scolastico, dopo averli consegnati per un anno intero nelle mani di un po’ di necessaria disciplina accademica. Straordinaria non è la trovata di Flavio che, cogliendo il bisogno dell’adulto “sano di mente” di etichettare tutto in modo ordinato, disegna “per bene” e subito nella prima pagina i suoi personaggi, attentamente distanziati, e scrivendoci sotto il corrispettivo nome, (così da farne una presentazione “pulita”), bensì è assolutamente geniale quando a fine prima-pagina ci aiuta a riconoscerne il limite perché ce ne svela l’autentico e più profondo bisogno, scrivendo: “Perché siete confusi con la copertina”. Lo scrive persino tra parentesi, come dicesse a se stesso che deve essere gentile nel farci consapevolizzare che forse neppure le sole immagini ci potrebbero bastare per afferrare il concetto, e ce lo deve spiegare ancora meglio e con delicata semplicità. Perché siamo, dunque, confusi dalla copertina, in cui i personaggi campeggiano aggrovigliati e confusivi ma vitali: ci sta dicendo quanto sia facile che il disordine e il caos sia disagevole per noi adulti e quanto questo nostro disagio ci spinga spesso al bisogno, forse alla compulsione ossessiva di ordinare, catalogare, diagnosticare, più per togliere di mezzo il nostro disagio che vedere oltre, fino al bambino reale e al suo gioco creativo. Ci sta invitando a riflettere sulla fatica, per non usare il termine ingiustizia, a cui convochiamo spesso i bambini e gli adolescenti per farli entrare interamente in una diagnosi che nega la variabilità della terza area della condizione umana indicata da Winnicott.
Flavio non teme critiche né voti, si mostra libero di essere se stesso, libero da qualsivoglia etichetta, men che mai da quella diagnostica, perché sta giocando con il lettore e nel gioco può essere sgrammaticato, impertinente, burlone, e persino minaccioso. Ci spiazza dalla prima pagina fino all’ultima, interrompe la storia creando persino un attimo di “pubblicità” o lascia a metà il finale per creare suspence, ma è indefessibilmente votato alla sua missione: non farci mollare l’area del giocare! Attendiamo fiduciosi i suoi prossimi episodi. Intanto a ulteriore riprova della maestria di Flavio, gli cedo la parola, così che leggendo qui di seguito la sua autopresentazione possiate anche notare che a confronto con essa la mia recensione risulta superflua e forse anche tediosa, e come invece lui, con capacità anche di parole e non solo di fumetto, ci inviti alla semplicità:
“Mi chiamo Flavio Testa, sono di Roma, ho 18 anni e ho sempre avuto la passione per il fumetto. Anche da piccolo spesso comunicavo molto con le immagini, per esprimere le emozioni che provavo, con pochi segni che tutti capivano, e per raccontare cosa mi accadeva o varie avventure. Frequento un corso di fumetto da 4 anni e da quel momento disegno storie create da me! Quest’estate ho deciso di pubblicarne una ad episodi – “Oggetti Impazziti – e le incredibili avventure di chi non ti aspetti”, e spero che vi piaccia!
Adoro come Flavio rende tutte le espressioni dei suoi personaggi con pochi tratti, ma che rendono subito l’idea e l’atmosfera del momento!
Geniale questo “reality show” di oggetti quotidiani in un altra dimensione: in un gioco avvincente.
Mai tagliare un foglio per farlo entrare a forza in un libro!
Andare sempre, senza paura, oltre i rigidi stereotipi che ingabbiano molte personalità…. diverse ma NON inferiori!!!!
Grande!!!!
Una recensione stupefacente, sei geniale complimenti , sei sempre stata bravissima ed ora ancora di più