A che età un bambino può andare in psicoterapia?
La psicoterapia è da diversi decenni un tipo di intervento molto utilizzato per sostenere la crescita dei bambini, sin dagli inizi. Si potrebbe rispondere alla domanda dunque dicendo : a qualunque età, ma aggiungendo che gli interventi più frequenti sono quelli a partire dai tre anni in su. Oggi si è molto attenti a cogliere i primi segnali delle difficoltà. Si è verificato infatti che, come accade per la salute fisica, intervenire precocemente permette di prevenire disturbi più gravi. Gli psicoterapeuti infantili hanno imparato a lavorare anche con bambini molto piccoli, ad esempio anche di due anni, quando ancora non c’è il linguaggio verbale ma sono presenti comunicazioni comunque significative: movimento, pianto, riso, uso degli oggetti. Con i piccoli, anche con i neonati, a volte, si può intervenire per migliorare la qualità della relazione con i genitori per sciogliere alcune difficoltà come quelle nell’alimentazione o nel sonno. In questi casi nella stanza della psicoterapia ci si può incontrare tutti insieme.
Quando diventa necessario?
La crescita è fatta di continui passaggi critici e loro soluzioni. Lo sanno bene i genitori … Le crisi sono non solo dei bambini ma anche loro che devono cercare di comprendere quello che succede ai propri figli e trovare risposte adeguate. Il più delle volte le crisi si superano e i bambini procedono nella crescita. Spesso i pediatri forniscono ai genitori ottimi consigli e sostegno psicologico. A volte però le crisi divengono più difficili da gestire: durano più a lungo e possono essere accompagnate da disturbi fisici o stati affettivi molto intensi. I bambini possono avere difficoltà, ad esempio, nell’allattamento o nello svezzamento, o crisi di angoscia o di rabbia in situazioni di frustrazione o al momento di andare al nido o all’asilo, crisi che durano a lungo senza risolversi. Ci possono essere ritardi nel linguaggio o sintomi come la balbuzie o, nei più grandicelli, in età scolare, si possono aggiungere disturbi dell’attenzione, dell’apprendimento, difficoltà di socializzazione, disturbi ossessivi, paure di oggetti, animali o situazioni specifiche che diventano limitanti, o permanere crisi di angoscia di separazione soprattutto di notte. In questi e in tutti quei casi in cui i genitori o gli adulti in genere percepiscono un eccesso di fatica nel bambino a procedere nella crescita, o sono essi stessi in crisi, sarebbe utile chiedere un intervento dello psicoterapeuta che farà in primo luogo una valutazione della situazione, cui potrà seguire la proposta di una psicoterapia.
Andare dallo psicoterapeuta non farà sentire i bambini diversi rispetto ai coetanei?
Forse ancora qualcuno pensa che sia una vergogna andare dallo psicologo per farsi aiutare… Sono gli adulti a trasmettere ai bambini gli strumenti per dare senso alle esperienze. Farsi aiutare e accettare di averne bisogno è un’esperienza importante per adulti e bambini.. Ci sarà sempre qualcuno che proporrà in maniera consapevole o meno un pregiudizio che gli adulti, in particolare i genitori insieme anche agli psicoterapeuti, avranno il compito di contrastare. I bambini in psicoterapia oggi sono molti e spesso ne parlano tra loro con serenità.
Sarebbe meglio curare i genitori invece che i bambini?
A volte è sufficiente sostenere i genitori perché questi riescano a comprendere meglio i loro figli e aiutarli a superare i momenti di crisi. A volte non basta. Si potrebbe dire però che la cura dei bambini comporta sempre anche quella dei genitori. Questi ultimi lo sono diventati e continuamente si modificano, insieme ai figli. La trama della loro storia è unica, fonte di momenti gioiosi, di serenità e anche di sofferenze che hanno per ogni protagonista un valore particolare. Gli psicoterapeuti non sono giudici degli errori dei genitori ma con loro collaborano perché la loro genitorialità sia più serena e i loro figli superino le difficoltà.
Cosa fanno i bambini in psicoterapia?
Certo non si stendono sul lettino come molti pazienti adulti in trattamento psicoanalitico. Gli psicoterapeuti che si occupano dei bambini e dei ragazzi hanno dovuto modificare l’ambiente in cui questi vengono accolti e gli strumenti da usare. I bambini dunque avranno a disposizione uno spazio sicuro, giocattoli, fogli, matite, colori e ciò che potrebbe facilitarli nell’espressione di se stessi. Il tutto naturalmente adattato all’età. Gli psicoterapeuti li sosterranno in un percorso in cui potranno, attraverso questi strumenti, o anche con i loro racconti, di fatti reali o di fantasie o sogni, portare le loro ansie, le paure, le loro difese, i sintomi, per poter trovare e sperimentare insieme, un modo più funzionale al benessere per affrontarli. Ci vorrà tempo, regolarità degli incontri, pazienza e fiducia. I genitori soprattutto dovranno sentirsi parte, insieme allo psicoterapeuta, di questo percorso.